PO non parla (ancora) e questo crea dei problemi di comunicazione, e non sempre la comunicazione non verbale riesce a sopperire all'assenza di comunicazione verbale. Ma vale anche il contrario, la sola comunicazione verbale (per quanto corretta e puntuale) non è esente da fraintendimenti che non avverrebbero se alla comunicazione verbale si abbina anche la comunicazione non verbale.
Loro si aspettano di sentir parlare di obiettivi coordinati (non necessariamente gli stessi) per terapisti, insegnanti e famiglia. Si aspettano suggerimenti pratici per il raggiungimento degli obiettivi proposti.
Si aspettano tanto dal PEI ... forse troppo?!
Le persone che collaborano ad un progetto (di qualunque tipo esso sia) devono necessariamente comunicare fra di loro perché il progetto prosegua in maniera coordinata.
Questo principio fondamentale è difficile da rispettare in famiglia che dovrebbe essere la culla della buona comunicazione. Ancora più difficile quando i soggetti coinvolti sono svariati e appartenenti a realtà diverse ognuna con le sue complessità, necessità, difficoltà, esigenze, presupposizioni, gergo e controsensi.
Questo principio fondamentale è difficile da rispettare in famiglia che dovrebbe essere la culla della buona comunicazione. Ancora più difficile quando i soggetti coinvolti sono svariati e appartenenti a realtà diverse ognuna con le sue complessità, necessità, difficoltà, esigenze, presupposizioni, gergo e controsensi.
E nel progetto di riabilitazione di PO, la comunicazione fra famiglia, scuola, NPI, terapisti ASL, e terapisti privati deve ancora affinarsi. In questo progetto di riabilitazione PO ne è il fulcro ma non è soggetto attivo della comunicazione e Stypsi e Noo-noo forse sono il punto di raccordo della varie informazioni ed esigenze e ancora troppo spesso si ritrovano nel mezzo di un guado comunicativo ancora paludoso.
In questo progetto la comunicazione deve affinarsi perché la comunicazione, per quanto possa essere agevolata da mezzi di comunicazione tecnologici (telefono, email, WhatsApp e perché no anche un blog), per essere fluida e scevra da fraintendimenti deve per forza di cose prevedere la possibilità d'incontrarsi de visu perché abbiano luogo e possano essere percepite tutte le sfaccettature della comunicazione non verbale (espressioni del volto, sfumature nel tono della voce e linguaggio del corpo) che fanno sì che i soggetti coinvolti nella comunicazione si conoscano (un po' per volta) e nel conoscersi possano anche arrivare ad un gergo comune che appunto faciliti la comunicazione. Che i soggetti coinvolti nel progetto s'incontrino (almeno ogni tanto e con una certa regolarità) quindi è fondamentale.
Un primo importante passo verso una necessaria (oltre che utile) comunicazione ottimale si realizzerà in occasione del primo PEI (Piano Educativo Individualizzato) che dovrebbe svolgersi a novembre. Il PEI è quella occasione ufficiale (che si svolge almeno 2 volte l'anno) che vede riuniti attorno allo stesso tavolo genitori, insegnanti, NPI, terapisti ASL e terapisti privati (se invitati dai genitori).
Stypsi e Noo-noo ancora non sanno bene come funzioni un PEI e di cosa si parli concretamente ad un PEI. Sono molto curiosi di partecipare e capire meglio. Forse le loro aspettative di coordinamento del lavoro a seguito di questo PEI sono addirittura superiori a quanto si realizzerà concretamente.Loro si aspettano di sentir parlare di obiettivi coordinati (non necessariamente gli stessi) per terapisti, insegnanti e famiglia. Si aspettano suggerimenti pratici per il raggiungimento degli obiettivi proposti.
Si aspettano tanto dal PEI ... forse troppo?!
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