Nella camera in montagna c'era un grande specchio.
I primi giorni è rimasto parzialmente coperto da una sedia messa di fronte allo specchio.
Dopo un paio di giorni, per caso, la sedia è stata spostata rendendo lo specchio più visibile e più accessibile.
PO ci è passato davanti ed ha notato "un bambino", si è avvicinato ed ha "toccato" quel bambino (liscio e freddo) che ripeteva esattamente tutto quello che faceva PO, compreso dargli baci.
PO ha giocato per qualche minuto con quel bambino e forse ha pensato che ci fosse uno vetro che li separava e alla fine ha deciso che valeva la pena superare quel vetro e cercare di toccare quel bambino dal vero e allora ha cercato di girare dietro allo specchio, o di aprire quella porta a vetri che lo separava da quel bel bambino curioso e socievole, di poche parole come lui. Ma non ha trovato nessuna maniglia, nessun varco. Ha scambiato un altro paio di occhiate a quel bambino, e poi si è disinteressato di quel bambino irraggiungibile.
Stipsy e Laa-laa mettendosi di fianco a Po per offrirgli anche la propria immagine riflessa nello specchio hanno provato a dare a PO la soluzione di chi fosse quel bambino ... ma ...
Ecco, circa un anno fa al museo egizio di Torino Stipsy, di fronte ad una scena simile, ha realizzato che PO ancora non ha maturato la concezione della proprio immagine riflessa in uno specchio. Quest'anno in montagna ancora una volta si è avuto conferma che che PO ancora non ha maturato la concezione della propria immagine riflessa in uno specchio.
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