Stipsy riflette sul sottile limite fra l'autostima (consapevolezza personale delle proprie capacità/abilità/risorse/limiti e fiducia in se stessi a prescindere dal riconoscimento/compiacimento altrui) e il riconoscimento/compiacimento esterno (i.e. da parte di altri) delle proprie competenze.
Per alimentare l'autostima è necessario che altri riconoscano le tue competenze e/o se ne compiacciano?
Forse sì.
ma il riconoscimento esterno se mal dosato e oltre un certo limite, io temo, possa indurre insicurezza ed egocentrismo, ovvero minare l'autostima.
Provo a spiegarmi meglio ...
Se qualcuno fa una cosa fatta bene e gli altri gli dicono bravo, quel qualcuno automaticamente aumenterà la propria autostima?
o viceversa se qualcuno fa una cosa fatta male e gli altri gli dicono che non è stato bravo, quel qualcuno automaticamente perderà la propria autostima?
Io credo di no.
Se quel qualcuno ha provato piacere interiore nel fare quella cosa fatta (bene o male non conta ma comunque fatta) o riteneva fermamente che quella fosse la cosa giusta da fare ed ha avuto un'autopercezione positiva delle proprie capacità/possibilità/azioni allora l'autostima sarà comunque stata alimentata.
ma se quel qualcuno ha fatto quella cosa fatta bene solo per compiacere chi gli ha detto bravo allora secondo me non s'innesca autostima ma solo il meccanismo perverso di ricercare la stima di sé nel riconoscimento/compiacimento da parte degli altri.
Quindi forse più che le lodi per ciò che è sta fatto bene, per alimentare l'autostima servono gli incoraggiamenti ad insistere, perseverare un po', e sperimentare le proprie possibilità cercando di trarre piacere dal semplice provarci a prescindere dal risultato o dal fatto che una cosa da fare può essere stata imposta e non scelta. Incoraggiare ad ascoltarsi mentre si fanno le cose, alla ricerca della cosa giusta e del modo corretto. Insomma incoraggiare a mettersi in gioco senza avere paura del fallimento. Perché è sbagliando che s'impara, ed è provando che ci s'imbatte nelle cose che piacciono e divertono e riescono bene.
E allora Stipsy s'interroga su quale sia la cosa giusta da dire a PO in varie situazioni.
Forse dirgli " Ben fatto !" quando fa una cosa in modo corretto e pertinente; dirgli "bravo! Molto bene. Sì, così! continua, prova ancora" quando la cosa è stata fatta con impegno (anche se non è riuscita in modo corretto e pertinente), dirgli "vuoi provare? dai prova! " quando la cosa non è stata fatta (ma senza insistere ossessivamente) e non dire niente (non brontolare) se la cosa è stata totalmente sbagliata (limitarsi a mostrare/indicare nuovamente il modo corretto e pertinente).
Ma queste riflessioni non valgono solo per PO, valgono anche per Laa-laa... e non solo ...
perché non solo PO deve affrontare la frustrazione, anche per gli altri della Teletubbies family è frustrante tentare d'insegnare le cose a PO è non vedere risultati o peggio vedere PO che si ritrae e allontana e talvolta t'ignora.
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