Ieri Stipsy ha portato PO in visita dalla Drssa EMME2 (la NPI privata che l'anno scorso proprio di questi tempi lo ha visitato per prima e per prima ha diagnosticato il ritardo globale di PO) .
Abbiamo fatto il punto della situazione dopo un anno esatto durante il quale PO ha iniziato il suo percorso evolutivo supportato da varie terapie e terapisti. Un anno di piccoli progressi (piccoli ma importanti). PO ha il suo ritmo lento. E con questo ritmo è prevedibile continui a progredire.
Dove è quando possa arrivare non è dato prevedere.
Ma è un bambino più regolato (sonno/veglia, attenzione e necessità primarie) rimasto solare, aperto al mondo e contento di andare alle terapie e a scuola. Di questo dobbiamo gioire. E i genitori, i nonni e Laa-laa devono rafforzare la propria autostima nella certezza e convinzione che ciò sia stato acquisito a casa dove evidentemente vive un clima sereno e dove si sente accudito ed amato.
Bene allora se non c'è altro che si possa fare, allora è proprio vero che c'è solo da star sereni. Con la razionalità Stipsy ne è piuttosto convinta, con l'emozione Stipsy proprio non riesce a stare serena quando vede PO sbavare, o quando lo vede girare in continuazione avanti e indietro le solite 3 pagine dello stesso libro senza soffermarsi a sufficienza sulle immagini e senza triangolazione di sguardo con l'adulto, o quando lo chiama e non si volta o quando vorrebbe mangiare una barretta kinder ma desiste facilmente appena si rende conto di non riuscire a scartarlo da solo.
Stipsy non riesce (ancora) a stare serena perché è ancora troppo ancorata ad una visione del mondo in cui il valore di un individuo si misura dalle sue capacità (e le capacità di PO sono davvero poche per la sua età). Perché l'essere senza saper fare o senza saper comunicare il proprio essere è un esistere in maniera parziale. Stipsy ha sperimentato per sé stessa la disabilità ortopedica e le limitazioni nella deambulazione e nel pieno delle proprie facoltà mentali ha trovato forza e risorse per dare comunque il meglio di sé. Ma la disabilità psichica è un'altra storia...
Abbiamo fatto il punto della situazione dopo un anno esatto durante il quale PO ha iniziato il suo percorso evolutivo supportato da varie terapie e terapisti. Un anno di piccoli progressi (piccoli ma importanti). PO ha il suo ritmo lento. E con questo ritmo è prevedibile continui a progredire.
Dove è quando possa arrivare non è dato prevedere.
Ma è un bambino più regolato (sonno/veglia, attenzione e necessità primarie) rimasto solare, aperto al mondo e contento di andare alle terapie e a scuola. Di questo dobbiamo gioire. E i genitori, i nonni e Laa-laa devono rafforzare la propria autostima nella certezza e convinzione che ciò sia stato acquisito a casa dove evidentemente vive un clima sereno e dove si sente accudito ed amato.
Bene allora se non c'è altro che si possa fare, allora è proprio vero che c'è solo da star sereni. Con la razionalità Stipsy ne è piuttosto convinta, con l'emozione Stipsy proprio non riesce a stare serena quando vede PO sbavare, o quando lo vede girare in continuazione avanti e indietro le solite 3 pagine dello stesso libro senza soffermarsi a sufficienza sulle immagini e senza triangolazione di sguardo con l'adulto, o quando lo chiama e non si volta o quando vorrebbe mangiare una barretta kinder ma desiste facilmente appena si rende conto di non riuscire a scartarlo da solo.
Stipsy non riesce (ancora) a stare serena perché è ancora troppo ancorata ad una visione del mondo in cui il valore di un individuo si misura dalle sue capacità (e le capacità di PO sono davvero poche per la sua età). Perché l'essere senza saper fare o senza saper comunicare il proprio essere è un esistere in maniera parziale. Stipsy ha sperimentato per sé stessa la disabilità ortopedica e le limitazioni nella deambulazione e nel pieno delle proprie facoltà mentali ha trovato forza e risorse per dare comunque il meglio di sé. Ma la disabilità psichica è un'altra storia...
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